mercoledì 22 novembre 2017

Mangia pane e dizionario! Risorse gratuite per ampliare il vocabolario

Eccoci tornati con i “consigli caproni”, la rubrica più terra terra che ci sia: un post di suggerimenti facili facili per aiutarvi a creare un vostro primo vocabolario, o anche ad incrementarlo, su oggetti di uso quotidiano e varie, e tenere in allenamento la vostra memoria (Alzheimer pussa via!). Onde evitare, sapete, quelle simpatiche situazioni in cui diciamo “il coso della cosa nella cosa”, oppure sfoggiamo il nostro migliore sguardo da pesce lesso mentre le scimmie nel nostro cervello smettono di spulciarsi per cercare freneticamente la parola che ci serve – che poi spesso è di una banalità imbarazzante, come tavolino o telecomando. Pensato come post soprattutto per i principianti in una lingua, può comunque essere utile per aggiornarci o “spolverarci” tutti!

1.       Etichettate tutto!

Da oggi in poi, niente sopravvivrà in casa vostra senza la sua brava etichetta, con il nome dell’oggetto scritto sopra. La semplicità di questo piccolo esercizio va di pari passo con la sua utilità: quante volte al giorno aprite il frigorifero, la porta, la finestra? Quante volte usate l’automobile, i fornelli, le chiavi? Se ogni volta che prendete in mano il portafogli leggete “Geldbeutel” (oppure portmonnaie, o wallet, o portafogli stesso, se state imparando l’italiano), non ci vorrà molto tempo prima che questo nome si imprima spontaneamente nella vostra memoria. Come dite? Che rischiate di dire al ristorante una cosa tipo:”Oh no, ho lasciato a casa il Geldbeutel?” Mi rendo conto del rischio ma… chi non risica non rosica!

2.       La lavagna

Sì, lo so, siamo in un’era supertecnologica, con I-phone, I-pad, app, cazz e mazz, ma volete mettere il fascino della lavagna? Della cara vecchia lavagna polverosa di gesso, e metafora di apprendimento? Immagino di non dovervi spiegare nulla: scrivete sulla lavagna qualcosa che vi serve o che vi piace nella lingua che volete apprendere, magari una bella frase motivazionale, un modo di dire, un proverbio, quello che preferite. Leggetela e ripetetela tutte le volte che ci passate davanti, finché non l’avrete fatta vostra. A questo punto cancellate e ripetete con una nuova. A casa nostra, sulla porta d’ingresso, dalla parte interna campeggia questa piccola lavagna dove ho scritto scherzosamente “uscita” in varie lingue – perché le persone confondevano sempre l’uscita con il bagno, la cui porta è lì accanto. Ebbene, i nostri ospiti più assidui ormai sanno scrivere “uscita” pure in giapponese!

3.       Liste&co

Abituatevi a scrivere la lista della spesa, o anche altre liste che fate di solito, nella lingua di arrivo: le liste sono una cosa semplice, ma fanno parte del vostro vocabolario quotidiano, così come pesi e misure varie che le possono accompagnare. Insomma, se comprate sempre insalata e mai carrube, forse vi conviene imparare prima a dire insalata, vero?

4.       Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace

Questa affermazione, validissima sempre, è sicuramente da sprone anche per iniziarsi ad una nuova lingua. Certamente, tra le mille nozioni che potremmo imparare, la pillola va giù più facilmente se quello che stiamo apprendendo ci piace; prendiamo quindi qualcosa che riguarda i nostri interessi, ed usiamolo per imparare la lingua. Poco tempo fa, riordinando, ho ritrovato la prima rivista di Ikea in tedesco che presi appena trasferiti qui – non conoscevo affatto il tedesco, dovevamo arredare la nuova casa, e l’arredo mi è sempre piaciuto. Quella rivista è piena di sottolineature, praticamene tutte le parole sono tradotte: è stato un primo approccio per capire come funziona la lingua scritta, e l’ho fatto con meno fatica perché motivata dall’interesse. Mi ha fatto piacere e anche un po' di tenerezza rivederla, oggi le paole tradotte sarebbero molte meno, è anche un modo per valutare i vostri progressi. Seguite magari qualche pagina FB di un argomento che vi interessa, oppure un blog, comprate riviste, libri, fumetti… Vi consiglio la parola scritta, almeno all’inizio, proprio perché vi dà l’opportunità di riflettere sulla struttura della lingua.


Allora, quale consiglio caprone seguirete? In tutti i casi, buon apprendimento!

martedì 14 novembre 2017

Rinforzare il plurilinguismo: i giocattoli "stranieri"

Vi presento Pangui e Lola (vi sfido a capire chi sia Pangui, ehehe 😉), di proprietà della Maxi. Belli eh, ma che c'entrano in un blog che parla di plurilinguismo, direte voi? Pangui e Lola sono molto importanti, in realtà, non solo perché sono cari al cuore della Maxi, ma anche perché... parlano italiano! (NdA: ce ne sono anche altri, ma al momento sono in gita di piacere presso la lavatrice! 😁)

Vi tiro fuori subito dalla confusione: la Maxi, vivendo in Germania da ormai più di tre anni, ha sostituito man mano porzioni di italiano con corrispettive fette di tedesco, nei suoi giochi. Per quanto ciò possa far dolere un po' il cuore nostalgico dei suoi genitori, è naturale, fisiologico che sia così: il tedesco è in effetti la lingua con cui si confronta nei giochi con i coetanei, per la maggior parte del suo tempo, lungi da noi l'idea di intrometterci in questo processo e guastarne la spontaneità, in qualunque lingua avvenga. Si sono però create, altrettanto spontaneamente, delle "finestre" in cui il gioco viene condotto in italiano, ed è proprio quando Pangui o Lola, una new entry di pochissimi giorni fa, entrano in scena. Pangui è il ricordo delle nostre vacanze estive in Italia, culminate con una gita che la Maxi desiderava con tutta se stessa, e che ha ricevuto come sorpresa - che l'ha ammutolita per una buona mezz'ora: una visita all'acquario di Genova. Lola è invece un regalo che ha ricevuto dallo zio paterno, che è passato a farci un saluto al ritorno di un viaggio di lavoro in Germania. Entrambi, per la Maxi, parlano italiano, perché indubitabilmente legati a situazioni che hanno a che fare con l'Italia, ne riportano ricordi ed emozioni. Semplicemente, nella sua testolina, i giochi italiani non capiscono il tedesco, e viceversa. Questo si verifica anche quando andiamo in visita dalla famiglia: con i giochi che trova sul posto gioca in italiano, con quelli che porta "in trasferta" in tedesco. Ci tengo a sottolineare che questa decisione la Maxi l'ha presa in totale autonomia, per scelta noi ci intromettiamo il meno possibile nei suoi giochi (giusto quando diventano pericolosi), e non ci saremmo mai sognati di forzarla in questo senso: probabilmente avremmo avuto l'unico risultato di indisporla di più verso la lingua. Qui stiamo parlando di gioco libero e personale, è ovviamente possibile organizzare giochi guidati per bambini in altre lingue, e ne parleremo presto qui nel blog, ma qui siamo in un campo diverso, e possiamo solo ritenerci contenti che la Maxi abbia scelto di dedicare una parte del suo gioco all'italiano.

Questo "strumento" del gioco, io ve lo riporto come esperienza personale; non posso garantire che funzioni per tutti, che ogni bambino sceglierebbe questa strada, né che duri nel tempo - ad un certo punto abbandonerà i peluche, e chissà se tra i loro sostituti ci sarà qualcosa che parla italiano...
Vi offro però questo spunto, qualora vogliate provare a rinforzare una lingua che vi sembra più debole, o offrire un'occasione in più ai vostri bambini per praticarla. Non buttatevi giù se non dovesse funzionare: magari non era il gioco giusto, l'occasione giusta, il legame affettivo con il gioco abbastanza forte... Nel gioco libero, ogni bambino è re! 

Buon divertimento!