mercoledì 20 settembre 2017

Insegnare le lingue - scandire la lezione in blocchi temporali

Bentornati a tutti, cari amici. La pausa tra l’ultimo post e questo è stata abbastanza lunga, ma la vostra insalata di lingue ha deciso di prendersi un po’ di tempo per organizzare al meglio le tematiche da offrire per i mesi a venire.  Accanto a scorci di vita reale a più registri linguistici e post di stampo più “tecnico”, ho deciso di introdurre un argomento che mi sta molto a cuore, e del quale credo sia anche utile parlare, per scambiarsi opinioni ed esperienze. Qualcuno di voi, come me, ha in calendario il lavoro di insegnante di lingua per adulti? Allora questo post farà decisamente al caso vostro! Che siate insegnanti navigati o novellini, è sempre utile confrontarsi su metodi e organizzazione delle lezioni.

Oggi voglio consigliarvi come suddividere una lezione di lingua in blocchi temporali sulla base degli argomenti che andrete ad affrontare. Lo trovo utilissimo perché io, alle prime lezioni, ero ovviamente piuttosto sprovveduta e per quanto conoscessi la materia, saperla condensare e plasmare all’interno di una determinata scansione oraria era un altro paio di maniche; alle volte mi sono ritrovata con programmi densissimi e la frustrazione di non essere riuscita a far capire tutto, o aver preteso troppo, altre invece con lezioni troppo rarefatte, e ho dovuto inventare disperatamente al volo un tappabuchi, per non lasciar cadere i minuti vuoti. Provare invece ad organizzare la lezione non solo per argomenti, ma anche per blocchi temporali, vi aiuterà moltissimo anzitutto a visualizzare il vostro lavoro, e sentirvi più sicuri una volta faccia a faccia, ed inoltre ad avere sotto controllo l’andamento della lezione, e far sì che gli studenti vi seguano. Anche se siete alla vostra prima lezione frontale, voi state offrendo professionalità, che si evince non solo dalla conoscenza dell’argomento, ma anche da come lo dominate e lo offrite ai vostri studenti. Naturalmente, questa pre-organizzazione è solo uno spunto, un canovaccio che vi guiderà nella fluidità dello svolgimento, non dovete pensare di seguirla alla lettera, né di stare lì con il cronometro e cambiare argomento quando scattano, ad esempio, i 20 minuti precisi.

Per scansionare al meglio la vostra lezione, occorre prima tenere conto di alcune importanti caratteristiche che riguardano la struttura stessa del vostro corso, ovvero:

-          Il numero dei partecipanti: in termini di tempistica, un corso individuale si differenzia moltissimo da un corso composto da, ad esempio, 15 persone: immaginate solo quanto scarto c’è tra esercitare un argomento con una persona, ed esercitarlo con 15 (15 volte lo stesso esercizio!);

-          L’età dei partecipanti: questa considerazione non nasce da nessun tipo di discrimine, ma solo dall’esperienza: IN MEDIA, più i partecipanti sono giovani, più saranno veloci e pronti, ma anche più facilmente si annoieranno. Viceversa, gli adulti hanno in media bisogno di qualche minuto in più per elaborare i dati, ma sono normalmente più interessati alla materia (nessuno li costringe a studiare, vengono volontariamente). Bilanciare questi due fattori sulla base dell’età media aiuta a strutturare lezioni il più possibile coinvolgenti, senza stress per nessuno.

-          Il tipo di supporto utilizzato: cosa usate per insegnare la lingua? Un classico libro di testo con esercizi guidati? Flashcards? Giornali e quotidiani per un corso di conversazione? Articoli di blog? Testi tecnici e specifici? Giochi? Il campo è ampissimo, e la possibilità di utilizzare anche materiali non concepiti specificamente per l’insegnamento è praticamente infinita. Anche qui, la variabile tempo è dipendente dal supporto utilizzato, un esercizio guidato in un libro di testo vi permetterà di calcolare il tempo che ci vuole a svolgerlo con un’approssimazione maggiore, una lezione basata su un gioco a squadre è piuttosto imprevedibile, un video ha già il suo minutaggio che si può completare con domande o esercizi ad hoc…

-          Bilanciamento lingua passiva/attiva: qualsiasi tipo di corso offriate, cercate di fare in modo che gli incontri non siano composti solo da voi che parlate/scrivete per un’ora e mezza, ma nemmeno che gli studenti debbano intrattenersi da soli mentre voi li guardate con l’aria serafica di un cherubino. Anche in un corso di conversazione, che difetta della parte scritta, o in un corso di pura grammatica, siate voi ad offrire vari spunti di comprensione, integrando argomenti noti con qualcosa di nuovo, e poi lasciate spazio alla pratica.
                                                                                                                                                        
Dopo avere riflettuto su queste variabili, andiamo a stendere un ipotetico “piano di attacco” della nostra lezione, più dettagliato di un piano di guerra a Westeros, più strategico di una partita a scacchi, più organizzato di Google Calender. Ipotizziamo, data la stagione ancora “fresca” dal punto di vista lavorativo, una prima lezione con un nuovo gruppo di studenti.

Tipo di corso: Italiano principianti
Partecipanti: 15, adulti
Durata: 1 ora e 30 minuti
Focus: presentazione reciproca, prime parole - saluti, frasi utili
Supporto: libro di testo classico

10-15 minuti: presentazione dell’insegnante, breve presentazione del corso e del supporto utilizzato (in questo caso abbiamo indicato un libro di testo classico, indicate loro anche l’ISBN e dove reperirlo). Se avete informazioni burocratiche/organizzative da dare (compilazione registri, liste e-mail ecc.) fatelo ora così ve le togliete di torno, e nel frattempo le persone si rilassano.

5-10 minuti: scrivete alla lavagna brevissime frasi utili per la presentazione personale (mi chiamo…, vivo a…, vengo da…, lavoro come…, ho… anni ecc.), ripetetele chiaramente in italiano e lasciate agli studenti un po’ di tempo per scriverle/assimilarle, poi…

20 minuti: fate fare un giro di presentazioni ; ogni studente dovrà fare una brevissima biografia di se stesso utilizzando le frasi guida scritte da voi alla lavagna. TIP ROMPIGHIACCIO: trovate un modo divertente per scegliere il poveraccio che parlerà per primo, tipo il gioco delle pagliuzze (chi pesca la pagliuzza più corta è il primo), oppure carte numerate con il numero dei partecipanti, parla per primo chi pesca il numero 1 e via a seguire. Questo tipo di giochini spezza l’atmosfera sempre un po’ tesa della prima lezione, e non dà a nessuno l’impressione di essere stato “preso di mira” dall’insegnante.

20 minuti: utilizzo del supporto: ora, utilizzate il materiale scelto, studiando un’esercitazione di una ventina di minuti, per rinforzare quanto appena fatto e lasciare che gli studenti trovino un riferimento da qualche parte. Un testo classico avrà sicuramente un’unità 1 per i principianti, che illustra come presentarsi: lasciatevi guidare dal materiale!

15 minuti: ora passate ad elencare i diversi saluti che si usano in italiano, suddividendoli come preferite: formali ed informali, giornalieri e serali, di incontro e di commiato… Scriveteli alla lavagna, così mentre scrivete i vostri studenti riescono a fare un po’ di pausa. Poi potete leggerli insieme, farli leggere uno alla volta, in gruppi…

10-15 minuti: rilassatevi e lasciateli rilassare negli ultimi minuti di lezione, con un po’ di small talk sulla classicissima ma sempre efficace domanda: ”Perché volete studiare italiano?” Lasciateli parlare a ruota libera, nella loro lingua, o se vogliono sfoggiare qualche parola di italiano che già conoscono lasciateli fare senza correggerli, questa piccola conversazione sarà utile anche a voi per conoscerli meglio, e preparare i prossimi incontri in maniera sempre più efficace.

Vi lascio un altro piccolo consiglio: usate il terreno fertile della lezione precedente per preparare la successiva. Ad esempio, qui avete nominato l’età? Potete far conoscere loro i numeri. Avete chiesto del loro lavoro? Che ne dite del lessico sulle professioni per la prossima volta?

E con questi piccoli spunti, vi auguro buon lavoro, colleghi insegnanti!