Bentornati a tutti, cari amici. La pausa tra l’ultimo post e
questo è stata abbastanza lunga, ma la vostra insalata di lingue ha deciso di
prendersi un po’ di tempo per organizzare al meglio le tematiche da offrire per
i mesi a venire. Accanto a scorci di
vita reale a più registri linguistici e post di stampo più “tecnico”, ho deciso
di introdurre un argomento che mi sta molto a cuore, e del quale credo sia
anche utile parlare, per scambiarsi opinioni ed esperienze. Qualcuno di voi,
come me, ha in calendario il lavoro di insegnante
di lingua per adulti? Allora questo post farà decisamente al caso vostro!
Che siate insegnanti navigati o novellini, è sempre utile confrontarsi su
metodi e organizzazione delle lezioni.
Oggi voglio consigliarvi come suddividere una lezione di lingua in blocchi temporali sulla base
degli argomenti che andrete ad affrontare. Lo trovo utilissimo perché io, alle
prime lezioni, ero ovviamente piuttosto sprovveduta e per quanto conoscessi la
materia, saperla condensare e plasmare all’interno di una determinata scansione
oraria era un altro paio di maniche; alle volte mi sono ritrovata con programmi
densissimi e la frustrazione di non essere riuscita a far capire tutto, o aver
preteso troppo, altre invece con lezioni troppo rarefatte, e ho dovuto
inventare disperatamente al volo un tappabuchi, per non lasciar cadere i minuti
vuoti. Provare invece ad organizzare la lezione non solo per argomenti, ma
anche per blocchi temporali, vi aiuterà moltissimo anzitutto a visualizzare il
vostro lavoro, e sentirvi più sicuri una volta faccia a faccia, ed inoltre ad avere sotto
controllo l’andamento della lezione, e far sì che gli studenti vi seguano.
Anche se siete alla vostra prima lezione frontale, voi state offrendo
professionalità, che si evince non solo dalla conoscenza dell’argomento, ma
anche da come lo dominate e lo offrite ai vostri studenti. Naturalmente, questa
pre-organizzazione è solo uno spunto, un canovaccio che vi guiderà nella
fluidità dello svolgimento, non dovete pensare di seguirla alla lettera, né di
stare lì con il cronometro e cambiare argomento quando scattano, ad esempio, i
20 minuti precisi.
Per scansionare al meglio la vostra lezione, occorre prima
tenere conto di alcune importanti caratteristiche che riguardano la struttura
stessa del vostro corso, ovvero:
-
Il numero
dei partecipanti: in termini di tempistica, un corso individuale si differenzia
moltissimo da un corso composto da, ad esempio, 15 persone: immaginate solo
quanto scarto c’è tra esercitare un argomento con una persona, ed esercitarlo
con 15 (15 volte lo stesso esercizio!);
-
L’età dei
partecipanti: questa considerazione non nasce da nessun tipo di discrimine,
ma solo dall’esperienza: IN MEDIA, più i partecipanti sono giovani, più saranno
veloci e pronti, ma anche più facilmente si annoieranno. Viceversa, gli adulti
hanno in media bisogno di qualche minuto in più per elaborare i dati, ma sono
normalmente più interessati alla materia (nessuno li costringe a studiare,
vengono volontariamente). Bilanciare questi due fattori sulla base dell’età
media aiuta a strutturare lezioni il più possibile coinvolgenti, senza stress
per nessuno.
-
Il tipo di
supporto utilizzato: cosa usate per insegnare la lingua? Un classico libro
di testo con esercizi guidati? Flashcards? Giornali e quotidiani per un corso
di conversazione? Articoli di blog? Testi tecnici e specifici? Giochi? Il campo
è ampissimo, e la possibilità di utilizzare anche materiali non concepiti specificamente
per l’insegnamento è praticamente infinita. Anche qui, la variabile tempo è
dipendente dal supporto utilizzato, un esercizio guidato in un libro di testo
vi permetterà di calcolare il tempo che ci vuole a svolgerlo con un’approssimazione
maggiore, una lezione basata su un gioco a squadre è piuttosto imprevedibile,
un video ha già il suo minutaggio che si può completare con domande o esercizi
ad hoc…
-
Bilanciamento
lingua passiva/attiva: qualsiasi tipo di corso offriate, cercate di fare in
modo che gli incontri non siano composti solo da voi che parlate/scrivete per
un’ora e mezza, ma nemmeno che gli studenti debbano intrattenersi da soli
mentre voi li guardate con l’aria serafica di un cherubino. Anche in un corso
di conversazione, che difetta della parte scritta, o in un corso di pura
grammatica, siate voi ad offrire vari spunti di comprensione, integrando
argomenti noti con qualcosa di nuovo, e poi lasciate spazio alla pratica.
Dopo avere riflettuto su queste variabili, andiamo a
stendere un ipotetico “piano di attacco” della nostra lezione, più dettagliato
di un piano di guerra a Westeros, più strategico di una partita a scacchi, più
organizzato di Google Calender. Ipotizziamo, data la stagione ancora “fresca”
dal punto di vista lavorativo, una prima lezione con un nuovo gruppo di
studenti.
Tipo di corso: Italiano principianti
Partecipanti: 15, adulti
Durata: 1 ora e 30 minuti
Focus: presentazione reciproca, prime parole - saluti, frasi
utili
Supporto: libro di testo classico
10-15 minuti: presentazione dell’insegnante, breve
presentazione del corso e del supporto utilizzato (in questo caso abbiamo
indicato un libro di testo classico, indicate loro anche l’ISBN e dove
reperirlo). Se avete informazioni burocratiche/organizzative da dare
(compilazione registri, liste e-mail ecc.) fatelo ora così ve le togliete di
torno, e nel frattempo le persone si rilassano.
5-10 minuti: scrivete alla lavagna brevissime frasi utili
per la presentazione personale (mi chiamo…, vivo a…, vengo da…, lavoro come…, ho…
anni ecc.), ripetetele chiaramente in italiano e lasciate agli studenti un po’
di tempo per scriverle/assimilarle, poi…
20 minuti: fate fare un giro di presentazioni ; ogni
studente dovrà fare una brevissima biografia di se stesso utilizzando le frasi
guida scritte da voi alla lavagna. TIP ROMPIGHIACCIO: trovate un modo
divertente per scegliere il poveraccio che parlerà per primo, tipo il gioco
delle pagliuzze (chi pesca la pagliuzza più corta è il primo), oppure carte
numerate con il numero dei partecipanti, parla per primo chi pesca il numero 1
e via a seguire. Questo tipo di giochini spezza l’atmosfera sempre un po’ tesa
della prima lezione, e non dà a nessuno l’impressione di essere stato “preso di
mira” dall’insegnante.
20 minuti: utilizzo del supporto: ora, utilizzate il
materiale scelto, studiando un’esercitazione di una ventina di minuti, per
rinforzare quanto appena fatto e lasciare che gli studenti trovino un
riferimento da qualche parte. Un testo classico avrà sicuramente un’unità 1 per
i principianti, che illustra come presentarsi: lasciatevi guidare dal
materiale!
15 minuti: ora passate ad elencare i diversi saluti che si
usano in italiano, suddividendoli come preferite: formali ed informali,
giornalieri e serali, di incontro e di commiato… Scriveteli alla lavagna, così
mentre scrivete i vostri studenti riescono a fare un po’ di pausa. Poi potete
leggerli insieme, farli leggere uno alla volta, in gruppi…
10-15 minuti: rilassatevi e lasciateli rilassare negli
ultimi minuti di lezione, con un po’ di small talk sulla classicissima ma
sempre efficace domanda: ”Perché volete studiare italiano?” Lasciateli parlare
a ruota libera, nella loro lingua, o se vogliono sfoggiare qualche parola di
italiano che già conoscono lasciateli fare senza correggerli, questa piccola
conversazione sarà utile anche a voi per conoscerli meglio, e preparare i
prossimi incontri in maniera sempre più efficace.
Vi lascio un altro piccolo consiglio: usate il terreno
fertile della lezione precedente per preparare la successiva. Ad esempio, qui
avete nominato l’età?
Potete far conoscere loro i numeri. Avete chiesto del loro lavoro? Che ne dite
del lessico sulle professioni per la prossima volta?
E con questi piccoli spunti, vi auguro buon lavoro, colleghi
insegnanti!